Chimici che bruciano diamanti

di Francesco Vizza

Giovedì 10 Aprile alle ore 17:00

Nel corso di oltre due secoli furono eseguiti numerosi esperimenti finalizzati ad investigare la natura del diamante. Nel 1814 a Firenze, presso il Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, venne condotto quello risolutivo dal chimico britannico Humphry Davy e dal suo giovane assistente e cameriere Michael Faraday. Essi dimostrarono che il carbone e il diamante sono chimicamente identici. Utilizzando un forno solare ad alta temperatura costituito da una lente ustoria (oggi custodita presso il Museo Galileo di Firenze) furono bruciati dei diamanti che non produssero alcun residuo solido, ma soltanto anidride carbonica. La stessa lente ustoria, 120 anni prima, era stata utilizzata dai fiorentini Giuseppe Averani e Cipriano Targioni che per ordine del Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, sottoposero all’azione della lente dei diamanti che inspiegabilmente sparivano senza lasciare traccia.

Ma le prime notizie sulla natura del diamante le dobbiamo all’alchimista Anselmus Boetius de Boodt, medico dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo. In seguito investigarono il diamante, distruggendolo mediante il fuoco, Boyle, Newton e Lavoisier.

Durante la presentazione saranno discussi gli esperimenti eseguiti per ordine di granduchi, imperatori e da facoltosi chimici, le varie interpretazioni dei fenomeni osservati e l’indagine analitica eseguita a cavallo del XVIII secolo.

La presentazione avverrà  giovedì 10 aprile alle ore 17.00

 Gli interessati possono richiedere all’indirizzo franco.calascibetta@fondazione.uniroma1.it il link per partecipare all’evento

Data di pubblicazione articolo

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